santa-pelagia

In uno dei documenti più antichi riguardanti la basilica, sant’Abbondio è affiancato da un’altra santa che, almeno nel IX secolo, potrebbe aver condiviso la dedicazione della basilica: santa Pelagia. A servizio di Dio, della martire Pelagia e del santo Abbondio officiava infatti il gruppo di sacerdoti e di chierici della Chiesa di Como al quale nell’819 l’imperatore Ludovico il Pio donò proprietà e diritti della corte di Agnuzzo in Canton Ticino (in seguito attestati nel patrimonio del monastero di Sant’Abbondio) e che può essere identificato con il clero cui era affidata la basilica prima dell’insediamento dei monaci benedettini. A Como il culto di Pelagia fu caratterizzato dalla sovrapposizione di almeno due sante omonime: una santa martire ad Antiochia e una penitente di Gerusalemme, protettrice delle commedianti e delle prostitute ravvedute. Gli elementi di questa sovrapposizione sono stati recentemente riconosciuti in una figura parzialmente visibile nella decorazione trecentesca dell’abside della vicina chiesa dei Santi Cosma e Damiano: una donna che una goccia di sangue alla base del collo qualificherebbe come martire ma che altri elementi – una veste per metà rossa e per metà nera, a rimarcare un radicale mutamento di vita, capelli biondi ornati di perle, una maschera nella mano destra in corrispondenza della metà veste rossa e un libro in corrispondenza della metà veste nera – collegano anche alla commediante convertita.

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S. Abbondio, S. Cosma, Maria con Gesù, S. Damiano, S. Pelagia (?), sec. XIV
(chiesa dei Santi Cosma e Damiano)