L’interno della chiesa è assai diverso da quello dell’edificio sorto dall’XI secolo sui resti della Basilica apostolorum, per i profondi riassetti subiti dal complesso nel corso della sua storia – il rifacimento cinquecentesco in forme classiche, l’adeguamento alle esigenze liturgiche della comunità agostiniana insediatavi nel XVII secolo, l’ottocentesco intervento di recupero delle forme romaniche di Serafino Balestra.
Al restauro del Balestra, in particolare, si deve la ricostruzione della tribuna che sovrasta l’ingresso: nell’impianto della chiesa romanica essa custodiva le reliquie dei santi Rubiano ed Adalberto, era utilizzata da abati, vescovi e personalità per le cerimonie solenni e continuava nel piano superiore dell’atrio porticato antistante la basilica. La struttura è coperta da una volta a crociera che presenta una decorazione a cielo stellato con un Agnus Dei; sulle pareti sono visibili invece affreschi raffiguranti le Storie di San Rubiano (sul lato sud) e le Storie di Sant’Adalberto (sul lato nord), probabilmente anteriori a quelli del coro.
Sulla controfacciata a destra entrando è appesa una Assunta attribuita a Gian Battista Crespi, mentre sulla sinistra è esposta una tela raffigurante Abbondio che resuscita il figlio del regolo: attribuita a Gian Battista Recchi, nel corso della ristrutturazione seicentesca fu collocata sul nuovo altare maggiore in legno costruito nella chiesa esterna.
Navata centrale © Centro studi “Nicolò Rusca” Ufficio inventariazione beni culturali |
Ingresso e tribuna © Centro studi “Nicolò Rusca” Ufficio inventariazione beni culturali |
Capitello © Centro studi “Nicolò Rusca” Ufficio inventariazione beni culturali |
Varcato l’ingresso, la chiesa appare suddivisa in cinque navate. Quella centrale è scandita da cinque archi a tutto sesto sostenuti da massicci pilastri cilindrici in pietra di Moltrasio con basamento e capitelli cubici di sarizzo; in origine, o nei secoli XII e XIII, essi dovevano essere intonacati e marmorizzati, ma furono uniformati dal Baserga al nudo delle colonne delle navate laterali. Sul pavimento della navata si susseguono le lastre sepolcrali di alcuni vescovi di Como (secc. XIX-XX) e del cardinale Angelo Maria Durini, ultimo commendatario dell’abbazia prima della sua soppressione. Sulle pareti della navata sono visibili tracce della decorazione pittorica medievale: risale alla chiesa romanica il fregio sotto le travi del tetto, costituito da palmette su sfondo scuro, accompagnato da fasce rosse, gialle, bianche e nere; sono del Trecento i motivi in blu/giallo e verde/rosso bruno scuro che disegnano le finte ghiere degli archi che scandiscono la navata.
Le navate laterali sono delimitate da colonne monolitiche, alcune in sarizzo, altre in marmo, sormontate da capitelli di forma cubica o scolpiti con motivi ornamentali.
Le navate laterali sono chiuse da absidi nelle quali sono collocati quattro altari rifatti negli anni Trenta del Novecento nel corso dei restauri curati da Antonio Giussani, che rinnovò anche la pavimentazione delle absidiole: quello esterno della navata destra è ornato con una statua della Madonna col Bambino, eseguita verso la fine del Trecento. Al centro del presbiterio l’altare maggiore custodisce invece le reliquie di Sant’Abbondio e dei suoi successori Console ed Esuperanzio, rintracciate nel corso dei lavori voluti nel Cinquecento da Tolomeo Gallio e nel 1932 composte nell’attuale un sarcofago di bronzo per volontà del vescovo Alessandro Macchi.
Al di là delle navate si apre il profondissimo coro, in origine destinato ad ospitare le liturgie della comunità monastica. Questa parte della basilica è ripartita in due campate delimitate da pilastri polistili, dai quali si sviluppano le costolature della volta a crociera. La seconda campata è illuminata da finestre in parte non originali: quelle del primo ordine furono ampliate nel corso dei lavori cinquecenteschi mentre le strombature furono rifatte durante i restauri del Balestra. L’abside, innestata sul coro da un arco trionfale, è divisa in cinque bande da quattro semicolonne; le pareti absidali sono decorate con Scene della vita di Cristo, mentre nel catino sono raffigurati Cristo benedicente tra la Vergine e San Paolo, alla sua destra, e San Giovanni Battista e San Paolo alla sua sinistra.