Il coro della basilica presenta uno dei più integri cicli pittorici del primo Trecento lombardo. Per lungo tempo attribuiti a un artista legato alla produzione dell’Italia centrale attorno alla metà del Trecento, in realtà gli affreschi furono realizzati, probabilmente tra il 1315 e il 1325, da uno sconosciuto maestro lombardo che nella stessa chiesa forse dipinse anche quelli della tribuna, oggi gravemente danneggiati. Sulla parete dell’arco trionfale è raffigurata l’Annunciazione a Maria, mentre all’interno dell’arco si susseguono dodici Santi a mezzo busto, disposti a coppie attorno a Cristo benedicente: il degrado della superficie pittorica non permette di riconoscerli immediatamente, ma recentemente l’uso della fotografia digitale e l’attenta lettura di quanto è ancora visibile – abbigliamento, acconciatura, elementi attributivi e frammenti di iscrizioni – ha permesso di identificare i santi Stefano e Lorenzo, Cosma e Damiano, Gervasio e Protasio, Benedetto e Francesco. La volta della prima campata reca tracce di cielo stellato e di quattro troni sui quali erano assise figure oggi non più visibili ma che studi recenti hanno ipotizzato essere Dottori della Chiesa; il cielo stellato orna anche la volta della seconda campata, decorata al centro con l’Agnus Dei. Sull’arco trionfale che introduce il catino absidale sono raffigurati Cristo benedicente affiancato da due Arcangeli e otto Patriarchi e Profeti racchiusi in tondi; nell’intradosso dell’arco si succedono invece dodici Santi a mezzobusto: la lettura delle iscrizioni in calce consente di riconoscere almeno san Giorgio e san Vittore, santa Faustina e, probabilmente, la sorella santa Liberata. Sulle lesene che si fronteggiano all’attacco del profilo dell’abside sono dipinte due serie di dodici tondi sovrapposti contenenti figure di Re d’Israele e di Antenati di Cristo. Nel catino dell’abside è raffigurato Cristo benedicente tra Maria e Giovanni Battista e, a sinistra e a destra, i santi Pietro e Paolo, cui era dedicata la basilica paleocristiana sulla quale sorge la chiesa attuale; al di sotto di questo livello si succedono venti Episodi della vita di Cristo, mentre la fascia inferiore è decorata con Apostoli e Simboli degli evangelisti. I costoloni che dividono le cinque fasce del coro e le cornici degli episodi evangelici presentano una miriade di immagini minori: personaggi allegorici, santi, elementi decorativi, animali grotteschi, che richiamano la scultura decorativa delle chiese romaniche e le miniature che ornavano i libri del tempo. L’attenzione di critici quali Miklos Boskovits, Carla Travi, Alberto Rovi si è generalmente soffermata sulle scene della Vita di Cristo, ma recentemente Andrea Straffi ha proposto una lettura complessiva del ciclo pittorico, mettendo in relazione le scene evangeliche con le altre raffigurazioni. Secondo questa lettura, attraverso la miriade di figure che ornano questa parte della basilica l’anonimo artista sviluppò temi teologici complementari: la rivelazione nell’Antico Testamento (Patriarchi, Profeti, Re d’Israele) e l’attuazione della promessa (Antenati di Cristo e Annunciazione); la realizzazione storica della salvezza cristiana (Natività e Passione) e il compimento glorioso della salvezza cristiana (Déesis); la costituzione della tradizione apostolica (Apostoli ed evangelisti) e la continuità dell’esperienza ecclesiale (i Santi sepolti in basilica e quelli legati alla vita del monastero). La complessità e la ricercatezza teologica del progetto iconografico che guidò la mano del Maestro di Sant’Abbondio confermerebbero dunque le ipotesi più accreditate circa il committente degli affreschi, da ricercare in ambienti francescani e verosimilmente identificabile con Leone Lambertenghi, frate dell’ordine dei Minori, vescovo di Como dal 1293 al 1325, promotore di ampie iniziative di fondazione, di ampliamento e di restauro di chiese in città e, forse, parente dell’abate del monastero Benno Lambertenghi.
Ioram [re d’Israele] (lesena destra) © Centro studi “Nicolò Rusca” Ufficio inventariazione beni culturali |
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Agnus Dei, Cristo benedicente, Maria, Giovanni Battista, santi Pietro e Paolo (volta della seconda campata e catino absidale) © Centro studi “Nicolò Rusca”- Ufficio inventariazione beni culturali | Tondo su semicolonna © Centro studi “Nicolò Rusca” Ufficio inventariazione beni culturali |